Running Free

Quadro datato 8/05/2010

Il testo, riportante un brano scritto di mio pugno, è stato realizzato attraverso delle incisioni su tavole in MD. La realizzazione di suddette incisioni è stata possibile grazie alla gentilezza della ” Baquè arredamenti” ( www.baquearredamenti.com ).

Leonardo Massi

2 Responses to “Running Free”

  1. 9 271 scrive:

    Pensieri di corsa

    “Il ritiro non è previsto, non si fanno prigionieri, per quanti mesi tu ti sia preparato, non sai, durante il percorso , che cosa ti potrà accadere, ma se alla fine arriverai sarà solo merito tuo.”

    Se fosse stato mio quel quadro non l’avrei dato via neanche per un milione di euro.

    Guardare “running free” e sentirsi le parole incise sulla pelle è stato tutt’uno.

    Equivale ad aver corso insieme a te e al maestro quei maledetti 42 kilometri, aver sentito i muscoli contrarsi dalla fatica, aver sopportato la nausea, aver barcollato come ubriachi fino al traguardo, anche per gente che, come me , non ha mai corso più di 40 minuti in vita sua.

    Ho ascoltato la metafora dell’amicizia, la favola dell’antico guerriero che prepara le armi per la battaglia imminente, la fatica dello sforzo fisico, l’incitamento a non lasciarsi sopraffare dagli accadimenti, neanche di fronte a quelli più terribili, la continua sfida contro se stessi e i propri limiti.

    Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i quadri ,come questo, che quando li hai finiti di “leggere” e digerire e tutti i pensieri che ne conseguono, vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.

  2. admin scrive:

    Conseguentemente a numerose richieste, ho deciso di pubblicare il testo inciso nel quadro:

    La spiaggia era deserta, l’aria quella di una qualsiasi mattina d’estate, la stella depositaria del giorno abbracciava ancora l’orizzonte; il mare con un sussultare d’onde celava la storia di una corsa, fatta di sudore e d’orme immortalate nella sabbia.
    Due figure in contro luce correvano all’unisono, sembravano una coppia di cabarettisti, il Maestro alto magro fisico atletico, l’Allievo basso e tarchiato, dell’atleta possedeva i pantaloncini e la voglia di mettersi alla prova.
    Di fronte a loro una spiaggia deserta, dietro di loro tre quattro ore di sonno, ed una serata trascorsa tra una bevuta e l’altra.
    D’un tratto, indotto dalla bella sensazione che gli dava quel correre, l’Allievo chiese: “Maestro, secondo te quanto ci mettiamo a correre una maratona?”;
    “per me ad oggi quattro ore e mezzo non ci bastano”, rispose il Maestro con un sorriso sornione.
    Cominciò così, tra il classico dolore alla milza ed un tuffo in mare, una lunga rincorsa.
    La notte appena trascorsa era una di quelle notti in cui non si riesce a dormire, durante le quali i pensieri sembrano persone in fila allo sportello postale; non appena arriva il tuo numero c’è sempre qualcuno a rompere i coglioni, e quando finalmente sarebbe il tuo turno lo sportello chiude, ed è già mattina.
    La sera precedente aveva preparato tutto: i pantaloncini, gli zuccheri, i calzini, le scarpe, ma soprattutto la maglia datagli dal Maestro, sulla quale aveva applicato il suo pettorale di partenza.
    Ed ora era pronto, dopo mesi di fatiche, allenamenti, sveglie all’alba, finalmente il gran giorno.
    Correre una maratona non è come giocare una partita di calcio, la maratona è principalmente uno sport di testa, che la si corra in due ore, oppure in tre e mezzo non fa differenza, prima o poi la maratona ti presenterà il conto, e se non sarai pronto, se non avrai imparato a soffrire, non conterà esserti allenato come un matto, non conterà essere forte bello o keniano, dovrai pagare.
    “A letto presto, e niente bagordi!” le ultime parole che il Maestro gli aveva detto; il Maestro era un amico fidato, assieme, qualche anno addietro, avevano sognato d’intraprendere un’avventura.
    Finì in volata, dopo aver percorso più di quarantadue chilometri; finì correndo proprio come quella mattina in riva al mare; finì con una domanda: “Maestro che ne pensi del triatlon?”.

    Leonardo Massi